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Pianista Indie chi? Come arrivare primo su Spotify senza social

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Ad aprire oggi la classifica Viral 50 di Spotify c’è il noto ensemble di gente di Amici (Giordana Angi), roba simil reggaeton (Daddy Yankee) e rap/trap (Blueface). Nulla di strano, o meglio, io non ne conoscono neanche uno, ma i numeri sono dalla loro parte, se consideriamo i 150mila follower Instagram della Angi fino ai 25 milioni di Daddy Yankee. 

Eppure sono sicuro che nessuno di voi conosce Pianista Indie. Vi sfido a dire il contrario. Provate a cercarlo su Facebook: 102 “mi piace”. E certo – direte voi – Facebook ormai è morto e i giovani stanno tutti su Instagram. Beh, anche lì i numeri sono ridicoli: 252 follower 

 

 UN SIGNOR NESSUNO? 

Sì va bene, ma perché hai tirato fuori questo signor Nessuno? Perché Pianista Indie è stato a lungo primo in Viral 50 di Spotify Italia, a cavallo tra ottobre e dicembre 2018 e ancora in classifica almeno fino a Sanremo e all’effetto dirompente che la manifestazione ha avuto sulla classifica. Due canzoni, “Urologia” e “Zara”, e un successo inspiegabile, senza apparente senso. Oltre 20mila ascoltatori mensili per un prodotto di cui nessuno conosce l’origine. 

 

OLTRE L’ANONIMATO 

Chi è Pianista Indie? O meglio, “cos’è”? Stranamente si tratta di un pop cantautorale lo-fi, ovviamente pianistico, più vicino a un De Gregori, o al più a un Brunori Sas, che a qualche prodotto retro maniaco nostalgico degli ’80, o a un Calcutta. Ma che razza di nome, però: “Pianista Indie”, sembra suggerire un’operazione alla Cambogia, volta forse a “trollare l’indie”. 

Le analogie sono tante: anche l’etichettaCazzimma Dischi, sembra un brand messo lì per prendere in giro chi va alla ricerca di informazioni. Articoli a riguardo sulla rete? Nessuno. Interviste? Neanche l’ombra. Live? Non pervenuti. Ufficialmente Pianista Indie esiste, ma a nessuno importa minimamente. 

L’anonimato non sembra essere teso alla creazione dell’hype, come un Liberato qualsiasi. Non ci sono politiche di attesa, almeno per ora, e non c’è stata ancora nessuna esternazione che sembri rivendicarne la natura di “studio”, critica o progetto segreto, come il già nominato Cambogia. 

 

NUMERI REALI 

Pianista Indie rimane un enorme punto interrogativo, ma che solleva enormi dubbi, domande difficili da rispondere e getta una inquietante luce sul sistema Spotify, oltre a (idealmente) ridisegnare la famigerata indispensabilità dei social come viatico per il successo: come può un musicista anonimo, senza alcuna copertura comunicativa, raggiungere il numero 1 nelle playlist Viral e Top Italy di Spotify? Certamente non comprando gli ascolti, non perlomeno in maniera immediata, visto che i numeri di Spotify si rifanno a veri e riconosciuti utenti singoli. Che ci sia un buco nell’algoritmo Spotify, aggirabile al punto da lanciare un artista in tutti i circuiti possibili al punto da permettergli questi ascolti?  

In questi giorni, ai due singoli di largo “successo” (in termini di numeri Spotify almeno), si è aggiunto un terzo singolo, “Fabio”. Vedremo se riuscirà a confermare il dirompente effetto di questa misteriosissima e perturbante campagna promo/lancio di un prodotto che sembra essere costruito a tavolino, ma senza sapere verso quale fine. 

 

PLAYLIST UNICA LEGGE  

Pianista Indie conferma in ogni caso l’essenzialità delle playlist Spotify, quasi unico strumento per arrivare a farsi conoscere dal pubblico: infatti, apparire in queste playlist porta in maniera quasi diretta ad essere ascoltati in automatico dagli utenti Spotify, passivamente (infatti tutti questi ascolti non hanno convertito like e follower sui social). Altro che Fedez e la sua (sbagliata) politica di invasione degli spazi Spotify! 

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