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Adriano Celentano è stato indie prima di te

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Oggi forse l'ottantenne Celentano ci fa sorridere, con le sue bizzarre idee di anime distopici in prima serata, ma una volta, più di 50 anni fa, Celentano non era solo il principale artista italiano, ma anche un innovatore della comunicazione e dell’industria discografica. 

 

DAL SUCCESSO AL BISOGNO DI LIBERTÀ  

Dopo aver spaccato il mercato con Il tuo bacio è come un rock, singolo del ’59 che lo proietta verso il successo nazionale, all’inizio degli anni ‘60 Celentano è schiacciato dalle richieste della sua casa discografica, la Jolly, che preme per far uscire altri 45 giri di successo. In cerca di maggiore autonomia e libertà artistica, però, Adriano sceglie di ribaltare tutto quanto e mette in piedi il suo progetto più ambizioso: il Clan Celentano. 

 

ADRIANO GOES INDIE 

Il Clan Celentano nasce come la nuova etichetta discografica di Adriano, dove poter scegliere tempi e modi di promozione della propria musica. Nata nel dicembre del 1961, con direttore il fratello Alessandro, la prima vera pubblicazione dell’etichetta è Stai lontana da me, con le musiche di Burt Bacharach e il testo di Mogol. È un altro grande successo nazionale, che spinge Celentano ad allargare il proprio circuito facendo entrare nel Clan amici e collaboratori. 

 

IL CLAN COME FAMIGLIA ARTISTICA 

Non solo però una etichetta: il Clan Celentano si presenta come una famiglia, una comune artistica che vede entrare nel giro l’arrangiatore Detto Mariano, gli amici Ricky Gianco e i Ribellipiù le nuove leve – opera di scouting dello stesso Celentano – Pilade, Ugolino e soprattutto Don Backy. 

 

HYPE ANTE LITTERAM 

Celentano può essere criticato, ovviamente, ma gli va riconosciuta una certa genialità: per spingere i propri artisti non si limita soltanto a appiccicargli addosso l’etichetta “Clan Celentano”, ma sviluppa un vero e proprio sistema di hype e di comunicazione a 360°. Quando nel 1965 vuole lanciare come cantante Milena Cantù, la presenta sotto anonimato come La Ragazza del Clan, facendo realizzare ai Ribelli un singolo ad hoc per presentarla e alzare le aspettative“Chi sarà la ragazza del clan?”: l’effetto e dirompente, e i primi lavori della Cantù vendono oltre 500mila copie. Altro che i Cani o LIBERATO! 

 

L’AFFAIRE DON BACKY 

Nonostante alcune defezioni interne (i Ribelli e Gianco lasceranno senza traumi il Clan), la situazione incomincia a incrinarsi verso la fine del decennio, ovviamente questione di soldi e visibilità. Don Backy, tra i più prolifici autori e interpreti del Clan, aveva realizzato un altro brano-promo, quasi una gag, per alimentare l’hype del Clan, “Come Adriano” del 1966.  

Si era poi ritagliato il suo spazio grazie a canzoni come “L’immensità”, andata malino a Sanremo 1967 ma best seller su disco (perlopiù nella versione di Johnny Dorelli invero). Poi però inizia a lamentarsi dei rendiconti e dei compensi non equi, costringendo Adriano a intervenire in prima persona e in seguito gli attriti si fanno insanabili quando Don Backy non riesce a partecipare al Sanremo del 1968 con i suoi brani “Canzone” e “Casa bianca”. 

Impedito – a suo dire – dal Clan e da Celentano stesso a causa di un suo mancato assenso a co-firmare i brani con altri, Don Backy è ulteriormente umiliato quando “Canzone” la canterà proprio Celentano, come minacciato. Segue quindi l’abbandono di Don Backy, la caotica pubblicazione plurima dei singoli e il ricorso al tribunale per sanare la vicenda 

 

 

LA FINE DEL CLAN 

L’esperienza di Don Backy segna la fine effettiva della rivoluzionaria idea di Celentano. Il Clan si riduce ad essere solo un nome (attivo ancora oggi) e non più quella fucina di artisti e idee promozionali all’avanguardia, come pensata all’inizio. Celentano e il suo Clan hanno anticipato di diversi decenni le attuali politiche promozionali del circuito indie (e non solo) giocando sulle aspettative e sulle attese del pubblico, e sfruttando il nome del “molleggiato” per lanciare artisti emergenti. Per questo Celentano è stato indie prima degli indie, e ha creato l’hype prima dell’hype (magari rivaluteremo anche Adrian, chissà). Forse invece di seguire le mode o i processi standard, dovremmo pensare fuori dalla scatola. “Come Adriano” (cit). 

 

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