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Imbrogliare Spotify e fare soldi: "Sleepify" dei Vulfpeck

Imbrogliare Spotify e fare soldi: "Sleepify" dei Vulfpeck - Le Storie - iBLOG

Quante volte avete sentito dire Spotify è una truffa, paga pochissimo gli artisti”? O magari siete voi stessi a dirlo?  

È veroSpotify paga realmente poco gli artisti per ogni stream di canzone (pochi millesimi), basterebbe pensare che 130 riproduzioni di un singolo equivalgono a una copia digitale venduta, come vi abbiamo raccontato.

Per questo l’idea venuta ai Vulfpeck è un misto di genialità, denuncia sociale, campagna promozionale e omaggio ai fan. 

 

MUSICA SENZA MUSICA

I Vulfpeck infatti, ottima band funk rock americana, nel 2014 ebbe l’idea rivoluzionaria di pensare un album esclusivamente per Spotify, capace di approfittare dei problemi strutturali della piattaforma stessa. Invece di chiudersi in studio, scrivere musica, registrarla e diffonderla in streaming, la band caricò 10 tracce, chiamate semplicemente con una più o meno lunga serie di “z” e lunghe poco più di 30 secondi, di assoluto, squisito silenzio. Esatto, “Sleepify”, questo il nome dell’album, era un disco senza neanche una nota suonata. 

L’intento, anche esplicitato nel titolo stesso del progetto, era di far riprodurre l’album ai propri fan per tutta la notte, senza impegno da parte di questi ultimi né da parte della band (d’altronde era solo… silenzio). In cambio, la band promise che avrebbe realizzato un intero tour gratuitamente, senza alcun biglietto d’ingresso.  

Tutto era calcolato: la durata dei brani, cioè 30 secondi, era la minima affinché Spotify riconoscesse il pagamento della riproduzione, e a riprodurlo per 8 ore di sonno, ogni notte, da un cospicuo numero di persone, gli incassi sarebbero stati giganteschi a fronte di nessuna fatica. Anzi, creando anche un album di culto: è infatti ancora oggi possibile acquistarne il 45 giri in vinile su Discogs, e su Genius, il principale sito di testi di canzoni, le canzoni sono presenti – seppure senza alcun testo. 

 

SPOTIFY REAGISCE

L’album – chiamiamolo così – rimase ben 2 mesi sulla piattaforma, prima di essere rimosso dai gestori del servizio per il mancato rispetto delle condizioni di utilizzo. Eppure, permise alla band di accumulare ben 20.000 dollari di royalties, permettendo così ai Vulfpeck di realizzare il loro “Sleepify tour”.  

Questo episodio spinse Spotify a ricalcolare e rivalutare il sistema di pagamento dei brani in streaming, per evitare in futuro altre soluzioni simili, capaci di danneggiare non solo il sistema economico-musicale della piattaforma, ma anche tutti gli artisti coinvolti. 

L’idea di un album senza musica sembra apparentemente banale e già John Cage aveva proposto una composizione senza musica. I Vulfpeck però hanno ottimizzato l’idea e così, 5 minuti di silenzio hanno permesso alla band di farsi conoscere in tutto il mondo, di ricevere molti più soldi della maggior parte degli artisti presenti e di sollevare anche domande sul sistema musicale: i servizi in streaming di Spotify pagano abbastanza gli artisti presenti? Ed è giusto il sistema di retribuzione proposto? 

I Vulfpeck con una idea tanto semplice quanto geniale hanno dato una svolta alla loro carriera. E voi? Cosa state facendo per svoltare la vostra, di carriera?

 

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