Quando sarai pronto a mettere in distribuzione la tua prossima canzone, dovrai inevitabilmente attribuirle una sorta di documento di identità, una serie di informazioni che la rendano sempre riconoscibile su qualsiasi piattaforma o supporto.
La sigla ISRC sta per International Standard Recording Code ed è il codice di dodici caratteri utilizzato per identificare in modo univoco le registrazioni musicali in formato video e audio. Ogni singolo brano ha il suo codice ISRC, necessario soprattutto a tracciare e rendicontare le vendite online.
Se della stessa canzone esistono remix o versioni diverse, allora queste ultime avranno ognuna un suo codice ISRC.
In Italia è possibile richiederlo alla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) oppure direttamente al distributore (fisico o digitale) con cui sottoscriverai il tuo accordo di distribuzione.
Il metadata è invece il file attraverso cui una canzone viene presentata e catalogata sulle piattaforme digitali. Al suo interno sono inserite tutte le informazioni utili a identificare un contenuto audio, ad esempio l’artista, il genere, l’etichetta, il titolo, il nome dell’album ecc. Una canzone caricata sulle piattaforme digitali senza le informazioni contenute nel metadata finirebbe per essere solo un file anonimo nel mare dei dati online. Più il metadata è dettagliato, maggiore sarà la possibilità di far arrivare il brano agli ascoltatori giusti e di facilitarne l’associazione alle playlist algoritmiche delle app di streaming (come il Daily Mix di Spotify, per esempio).
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Questo articolo è estratto da La Musica Attuale – come costruire la tua carriera musicale nell’era del digitale, di Massimo Bonelli