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LA MUSICA ATTUALE

Te la ricordi Mtv?

Anche se oggi internet è il medium di massa definitivo, e tutti noi – tu come tua mamma – siamo incollati 24 su 24 davanti al piccolo schermo di uno smartphone, una volta la Regina di ogni casa era la televisione.

Certo, Musica e TV si sono sempre accompagnate mano nella mano: basti pensare ad oggi, dove la musica viene perlopiù associata ai programmi stile talent o a afflati nostalgici come “I migliori anni” nelle principali reti televisive. Ma una volta questa situazione era molto diversa.

Chi come me è stato adolescente a cavallo fra gli anni '90 e 2000 non può che essere cresciuto davanti un canale: MTV. Sbarcato sulle frequenze televisive italiane ufficialmente il 1 settembre 1997 (ventun anni fa – feel old yet?), prima sovrapponendosi alle frequenze di Rete A per poi sostituire in toto il vecchio logo, MTV ha segnato una rivoluzione senza precedenti nella televisione italiana.
Quello che adesso è un contenitore generico di reality show importati dagli Stati Uniti e di altre amenità completamente distaccate dal mondo adolescenziale, una volta, almeno in Italia, è stato un canale coraggioso e sperimentale, capace di fondere linguaggi visivi e comunicativi nuovi e innovativi.

Sappiamo che già fare musica in Italia è da sempre difficile, figurarsi portarla in TV. Non che non ci fossero state esperienze precedenti, su tutte la leggendaria Video Music che per quasi 15 anni ha rappresentato la vetta della programmazione musicale in TV (almeno fino all'acquisizione della rete da parte di Cecchi Gori), ma, per quanto encomiabile, mancava alla rete una struttura forte e solida capace di renderla specchio generazionale.
Fu solo con l'avvento di MTV che questa situazione si definì, creando un panorama televisivo musicale completamente innovativo.

Il segreto del successo della prima MTV risiedeva infatti nel coraggio di dare un canale completamente vergine in mano ai nuovi autori e a volti giovani, per realizzare programmi con un taglio generazionale che Rai e Mediaset non riuscivano (o non volevano) avere. Così, questa piattaforma, radicalmente diversa dalle altre reti generaliste, ha avuto la possibilità di ricercare e di comunicare in maniera diversa, molto più spontaneamente, con una nuova generazione che la TV commerciale l'aveva già imparata ad assimilare: nomi allora nuovi come Victoria Cabello, Daniele Bossari, Giorgia Surina, Marco Maccarini hanno fatto sì che il passaggio nel nuovo millennio della musica in televisione fosse segnato da una nuova percezione della musica stessa, segnando la nascita dei Vjs, disc jockey del mondo moderno, nuovi eroi a cavallo tra immagine visiva e cultura musicale.

Eroe di questa prima MTV è stato sicuramente Andrea Pezzi, brillante autore carico di idee originali e cose da dire. A fianco di format importati ma dal sicuro appeal come Total Request Live e Dancefloor Chart (con le splendide Chris & Chris), i programmi ideati e condotti da Andrea Pezzi hanno espresso un nuovo modo di concepire la tv per gli adolescenti: Tokusho, Sushi e Sashimi, che vedono tra l'altro la prima apparizione di Francesco Mandelli – all'epoca ancora chiamato Il Nongiovane – presentavano contenuti unici, assolutamente estranei alla tv dei primi sei canali, come gli interventi di Carmelo Bene sui temi della puntata, fondendo talk show, fiction e ospiti musicali. E così anche un programma come Kitchen, che portava i volti della musica indipendente (perenne presenza quella di Mao) davanti i fornelli, in netto anticipo rispetto l'attuale moda masterchefiana.

Non si possono non citare, ovviamente, anche i cartoon originali di MTV, come il disturbantissimo The Head, che raccontava le disavventure di Jim, ragazzo dalla testa abnorme dove risiedeva l'alieno Roy, o i leggendari Beavis and Butthead, eroi degli anni '90, due teenager senz'arte né parte che alternavano disavventure post-grunge a commenti ai videoclip dell'epoca. Cartoni molto diversi rispetto allo standard pomeridiano di Italia 1.

MTV, dunque, è stata il mezzo con cui la musica tornava direttamente in mano ai teenager, ai nuovi teenager più svegli e meno ingenui dei propri fratelli ormai grandi, futuri protagonisti di un mondo che di lì a poco avrebbe vissuto la rivoluzione di Napster, della pirateria digitale e del crollo della discografia tradizionale.
Il periodo d'oro di MTV è durato almeno sei o sette anni. Anni in cui era veramente la voce di una generazione che tornata a casa dal liceo accendeva immediatamente la TV. Anni forse ingenui, sicuramente spontanei, in cui tutto essendo nuovo poteva valere il tentativo. Poi, forse per la crisi, forse per un altro, nuovo ricambio generazionale, l'inevitabile crollo.

Cos'è oggi MTV, se non lo spettro di quello che era un tempo? Basterebbe pensare alla nascita del tragicomico canale MTV Music, che ci fa domandare, oggi, per cosa stesse quella “M” che una volta significava coscienza generazionale e identità collettiva. In altre parole, musica. 

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