Avevamo lasciato il Musicista Attuale davanti al suo bivio, in procinto di fare la sua scelta.
Per aiutarlo andremo ora ad analizzare quali sono gli ambiti professionali del mercato musicale, da quali figure è composto e come queste figure lavorano. Iniziamo con una figura centrale, troppo spesso poco considerata da chi si affaccia per la prima volta a questo mondo: il produttore.
PRODUTTORE ESECUTIVO / PRODUTTORE ARTISTICO
Per colpa di una visione romantica e romanzata del music business, molti sono convinti che il produttore sia una figura mitologica (mezzo genio, mezzo bancomat) che scopre per caso un artista e lo trasforma in una gallina dalle uova d’oro.
Nel mondo reale invece esistono due tipi di produttore: il produttore esecutivo e il produttore artistico.
Il produttore esecutivo è sostanzialmente colui che investe denaro per dar forma al progetto, con il fine di ricavarne degli utili. Può essere chiunque, una casa discografica, un’etichetta, un manager, in molti casi è l’artista stesso. Se stai leggendo questo articolo, ci sono grosse possibilità che il produttore esecutivo del tuo progetto... sia tu.
Se esiste quindi qualcuno che investe denaro per dar forma al progetto, esisterà anche un qualcun’altro che questa forma la crea. Quest’ultimo è il produttore artistico e, a differenza del produttore esecutivo, non può essere chiunque.
IL SARTO DEL MUSIC BUSINESS
Il produttore artistico è un perno essenziale della costruzione di un progetto, è colui che crea il vestito sonoro del progetto, in lui convergono tutte le principali fasi iniziali del percorso artistico.
Il più delle volte il produttore artistico possiede un suo studio di registrazione, l’artista bussa con dei brani in mano, li ascoltano insieme e da lì inizia un processo di lavoro creativo in cui il produttore immagina la strada che quei brani possono prendere. Un buon produttore dovrebbe chiedere all’artista i brani senza l’arrangiamento (chitarre e voce o piano e voce), per essere più libero di interpretare e immaginare.
Successivamente si passerà a decidere insieme (sfruttando l’esperienza e la competenza del produttore) come sviluppare i brani, come arrangiarli, quale sound dargli e quali strumenti usare, fino ad arrivare alla registrazione, al missaggio e al mastering. Il produttore artistico può intervenire in ognuna di queste fasi oppure semplicemente supervisionarle, dipende dalle sue competenze specifiche.
OGNI PRODUTTORE HA IL SUO STILE
Non è detto che il miglior produttore su piazza sia quello adatto, dipende dall’artista.
Ogni produttore (anche il più versatile) ha una sua cifra stilistica più o meno riconoscibile, che tende a notarsi all’interno dei brani. Scegliere il giusto produttore è quindi un passaggio da ponderare con attenzione, ascoltare bene i brani di artisti con un sound simile a quello che si vorrebbe ottenere è sempre una buona mossa per scegliere quello giusto e non ritrovarsi con dei brani molto lontani dall’obiettivo prefissato.
IL PRODUTTORE E LE TUE EDIZIONI
Difficile calcolare il costo di un produttore, dipende da molti fattori e variabili che sarebbe molto lungo analizzare (magari lo faremo in un altro articolo). Parliamo comunque di cifre importanti, data la delicatezza del lavoro, il tempo, gli spazi, la strumentazione, tanto che spesso l’artista preferisce andare semplicemente in uno studio di registrazione, con le proprie idee, i propri strumenti e bypassare il lavoro del produttore.
Un aspetto però da considerare è che anche se in tasca di denaro ce n’è poco, una merce di scambio alternativa l’artista ce l’ha sempre, e sono le edizioni dei brani da produrre.
Cosa significa? Significa che l’artista (o per meglio dire l’autore) può cedere alcuni punti editoriali dei suoi brani al produttore in cambio del suo lavoro, quindi (per semplificare il discorso) quest’ultimo avrà diritto, nel momento in cui i brani saranno utilizzati, ad una percentuale dei diritti d’autore generati dai brani stessi.
ATTENZIONE perché qui entriamo in un ambito delicato (che approfondiremo sicuramente), in cui troviamo due variabili principali da valutare subito:
- Chiaramente il produttore deve trovare nei brani un margine di lavoro e di guadagno (tanto i brani vengono eseguiti e riprodotti, tanto guadagna dalle edizioni). Questo significa che avrà maggiore interesse nel mettere mano ai brani secondo LE SUE valutazioni rispetto alle VOSTRE esigenze artistiche.
- Un’edizione è per sempre: al momento di stipulare un contratto con il produttore potete proporre di limitare la cessione ad un periodo prestabilito, ma OCCHIO perché per legge, se non viene specificato, la cessione durerà fino a 70 anni dalla morte dell’autore.
Quindi non prendete questa possibilità alla leggera, informatevi, leggete tutto e fatevi consigliare da un legale.
SFRUTTARE I CONTATTI DEL PRODUTTORE
Il mercato musicale, inutile nasconderlo, funziona spesso attraverso dei “filtri”.
Le testate musicali, ad esempio, usano gli uffici stampa come filtro per ricevere le proposte migliori da pubblicare, perché si fidano, perché li conoscono e sanno cosa aspettarsi da ogni ufficio stampa e perché gli facilitano il lavoro ricevendo tutto ciò di cui hanno bisogno in maniera veloce e lineare. Stesso fanno gli organizzatori di concerti ed i direttori artistici con le agenzie di booking, stesso fanno etichette e case discografiche con i produttori.
Spesso le case discografiche e le etichette hanno dei produttori di riferimento, che lavorano come piace a loro e creano prodotti che possono facilmente commercializzare attraverso i loro canali, è quindi più facile che prendano artisti consigliati dai propri produttori di riferimento. Detto tra noi, se poi il produttore possiede anche dei punti editoriali sui brani è più stimolato a creare un legame tra l’artista e una buona etichetta.
La regola del delitto perfetto? Trovate un produttore che sia in linea con la vostra idea artistica e che abbia già lavorato con l’etichetta che state puntando!